Le cronache di Miwar I: le domande dei lettori.

Le cronache di Miwar I: le domande dei lettori.

Questo articolo nasce dal voler soddisfare le tante curiosità dei lettori de “Le cronache di Miwar I” che si sono dimostrati, in questi pochissimi mesi, grandi estimatori di questo romanzo fantasy edito dalla nostra Casa editrice.

Da quando lo abbiamo pubblicato, il libro ha destato un grande interesse sugli amanti del fantasy. I quali, giorno dopo giorno, inizialmente incuriositi dalla copertina e dalla sinossi, sono diventati dei veri e propri amanti del libro.

Queste le parole di alcuni di loro:

“semplicemente straordinario! Un fantasy che va assolutamente letto! Non leggevo un fantasy così dal tempo del signore degli anelli. @aurora_books_love

“Ho trovato questo libro VERAMENTE FAN.TA.STI.CO. Luoghi veramente ben descritti come ogni personaggio ben caratterizzato con il proprio temperamento e carattere. Ogni posto, luogo, persona sembra vivamente di poterli toccare con mano” @irenologhy

“un fantasy italiano con le iniziali MAIUSCOLE! SCONVOLGENTE- STRABILIANTE-INCREDIBILE” @profumodipaginescritte

copertina del libro

Così, quando i quesiti si facevano sempre più insistenti, noi in collaborazione con la bookblogger Roberta La Corte (@profumodipaginescrite su IG) abbiamo deciso di pubblicare un post col quale raccogliere le domande più interessanti da sottoporre all’ autore Filippo toscano.


Ma bando alle ciance, sappiamo che siete impazienti di leggere le risposte.

Ecco un indice col quale orientarvi in questo mare di domande:

  1. Domande sulla storia
  2. Domande sui personaggi
  3. Domande sull’autore

ALT!!

Non abbiate fretta…

Prima di iniziare a rispondere a tutte queste meravigliose domande, volevo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questo incontro, anche se virtuale. Grazie a tutti di esserci stati e grazie ancor di più per il sostegno che mi date. Non appena la situazione epidemiologica che stiamo attraversando, passerà e permetterà a tutti di ritornare a essere liberi, vi prometto che ci sarà un incontro fisico.

Grazie a tutti di cuore.

FILIPPO TOSCANO
  1. DOMANDE SULLA STORIA
  • Quale messaggio hai voluto dare con questo libro?

Questa saga non presenta un vero e proprio messaggio. Quello che io mi sono sentito di esprimere durante la prima stesura, è stato il fattore del “non arrendersi mai”. In parole povere, spesso, ognuno di noi, attraversa momenti della propria vita, dove tutto sembra crollarci addosso, dove il male, in tutte le sue forme, pare volerci privare e derubare di ciò che più abbiamo caro a questo mondo. Allora, ciò che mi sento di dire è: non lasciamo che gli eventi sfortunati della nostra vita ci distruggano, ma combattiamo sempre per ottenere ciò che desideriamo, combattiamo sempre per ciò che è giusto, perché è proprio nei momenti più bui, quando crediamo che oramai tutto è segnato, che la speranza arriva per cambiare il nostro destino.

  • Da dove nasce l’idea di creare Miwar?

Le Cronache di Miwar nasce da un’idea totalmente casuale. Mi spiego…

Non c’è stato un vero e proprio organigramma strutturale nella trama come nel resto della storia. Fin da bambino ho avuto la passione della scrittura, non ho ideato la storia delle cronache a quell’età, ma tutto è nato dopo aver letto per la prima volta, Il signore degli Anelli, da lì, iniziò anche se inconsapevolmente, la passione della penna. Avrete oramai tutti sentito che qualunque autore fantasy è cresciuto ispirandosi alle storie di Tolkien, e anche se potrebbe essere una risposta scontata, quasi meccanizzata, in realtà, poiché è la verità, chi non si è lasciato ispirare dai racconti di questo immortale autore? Chiunque affermi il contrario, ahimè, mente ma soprattutto mente a sé stesso. L’idea delle Cronache è nata nell’ autunno del 2019. Dopo le tante volte nel cercare di trascrivere una mia storia, totalmente nuova, quello fu il momento in cui io dovevo iniziare, evidentemente, e così feci. Iniziai a scrivere la storia, ma solamente dopo aver gettato su carta, le basi di quello che oggi è il continente di Cyrail.

mappa del continente di Cyrail
  • Quale personaggio/luogo/azione è stato più difficile da descrivere?

Quale personaggio è stato più difficile? Non ho avuto difficoltà nel descrivere i personaggi della storia, anzi, mi sono divertito moltissimo. Ogni personaggio, anche se può sembrare bizzarro, man mano che lo costruivo, lo vedevo modellarsi innanzi ai miei occhi, e non è un modo di dire. Ma devo fare un’eccezione per due particolari personaggi. Il primo è il protagonista. Lo volevo particolare. Lui doveva essere fondamentalmente buono, e lo è, ma… a causa della sua vita vissuta come uno schiavo, il suo carattere è stato catturato e modellato da quella parte oscura che vive in ognuno di noi, realmente. Così è divenuto una persona un po’ scontrosa, spesso istintiva, senza riflettere alle possibili conseguenze. Ma soprattutto è una persona arrogante, e questo, (anche se ho voluto appositamente crearlo così inizialmente) potrebbe risultare antipatico allo sguardo del lettore. Ma posso garantirvi che esso, andrà incontro a una evoluzione interiore. Il secondo personaggio, l’unico che mi ha creato qualche difficoltà in generale, è stato Bran. Lo volevo come quella persona che basta guardare per sentirsi ispirati della sua saggezza. Bran è come quel padre premuroso, ma anche severo quando serve, che sa farci sentire sempre al sicuro. Spero di essere riuscito a trasmettere quello che volevo con questo personaggio.

  • Conosceremo l’identità dell’imperatore nel prossimo libro?

. Nel secondo romanzo delle Cronache, l’Imperatore farà la sua comparsa, e non solo (anche se non si conoscerà proprio tutto su di lui). Bisognerà aspettare l’ultimo libro per scoprire tutto, ma proprio tutto.

  • Quando hai iniziato a scrivere il libro, avevi tutta la storia in mente o ha preso vita strada facendo?

Quando iniziai a scrivere le prime pagine di quello che sarebbe stato il prologo e il primo capitolo, non avevo assolutamente la storia in mente, le prime pagine nacquero istantaneamente nel momento in cui afferrai la penna e trascrissi le prime righe su alcuni fogli volanti mentre mi trovavo sul posto di lavoro; mi fermai, poiché ebbi un fulmine improvviso di idee, e appuntai il tutto. Ricordo ancora come volò via un’ora e più, senza rendermi conto del tempo che era passato. Così scoprì che il mio modo di scrivere è “al momento”.

Quindi sì, la storia ha preso vita strada facendo.  Mi sedevo, è tutto prendeva vita davanti a me, come un film in 3D. Io, mi limitavo a scrivere tutto ciò che vedevo.

  • In quanto tempo è stata scritta la storia? Ti ha aiutato qualcuno nella stesura?

La storia è stata scritta in circa quattro mesi. Ebbi solamente una volta il famoso “blocco dello scrittore”. Dopo di che, tutto precedette liscio come l’olio. Anzi, verso gli ultimi capitoli, mi son dovuto imporre il pensiero di accompagnare il racconto verso un degno finale, perché cominciai a provare timore che questa storia sarebbe continuata all’infinito.

Nella stesura vera e propria non ho avuto nessun aiuto. Ma ho avuto il sostegno costante di: mia moglie, primissimo giudice, dove la obbligavo ad ascoltare tutto ciò che scrivevo… mi dispiace tesoro.

  • All’ interno nel libro ci sono riferimenti a fatti accaduti realmente nella tua vita?

Sì, all’interno della storia, c’è qualche piccolo riferimento ad alcuni fatti accaduti nella mia vita.

  • Ci sono dei luoghi che ti anno aiutato a costruire la trama e i luoghi del continente di Cyrail?

Assolutamente. Per citarne uno, il luogo dove è ambientata l’ultima battaglia, cioè BorgoColle. Mi sono ispirato al bellissimo borgo italiano di Gradara. Fu mentre mi trovavo lì, in vacanza, passeggiando attraverso le suggestive e strette vie del borgo che nacque l’idea di BorgoColle. Mi dissi…  “ecco! questo sarà teatro dell’ultima battaglia”. Così mi documentai su quel luogo… anche se, grazie a mia moglie, appassionata come me di storia, conoscevo già quasi tutto.

  • Finita la saga de “le cronache di Miwar” ha già in mente qualche altra storia?

Certamente. Ho già in mente moltissime altre storie, tutte rigorosamente appuntate, che saranno scritte dopo le Cronache di Miwar.

le cronache di Miwar
castello svevo di cosenza
Raffaele Costabile – Catello Svevo (cs)
scatto di Francesco Grano

2. DOMANDE SUI PERSONAGGI

  • Da cosa o da chi hai preso ispirazione per la creazione dei personaggi?

Nella creazione dei personaggi, per pochi mi sono ispirato a persone che ho conosciuto, per il resto, li ho tutti inventati da cima a fondo. Ammetto che alcune letture hanno influenzato il mio building, ma ho sempre mantenuto uno stile personale, senza copiare nulla dei personaggi che ho incontrato durante le mie letture.

  • Da dove vengono i nomi dei personaggi? A cosa ti sei ispirato?

I nomi dei personaggi sono quasi tutti inventati da me. Quando mi serviva un nome mi divertivo a scrivere una parola, scomporla e creare un anagramma e poi rimettere insieme qualche lettera per vedere cosa ne usciva fuori. Quando mi sentivo soddisfatto, prendevo il nome e dopo aver pensato al personaggio ne scrivevo le caratteristiche e la biografia. Quelli a cui invece mi sono ispirato sono davvero pochi. Per esempio, per Krisso mi sono ispirato all’ attore Dacre Montgomery, nell’ aspetto, nei modi di fare e soprattutto caratterialmente parlando. Invece, solamente per pochi nomi mi sono ispirato ad alcuni della mitologia celtica, come Bran per esempio, o re Telvhur di BorgoColle per citarne un altro.

  • A quale personaggio sei affezionato di più?

In verità sono legato a tutti i miei personaggi, anche ai cattivi. Però, il personaggio a cui sono affezionato in assoluto è Bran. Con lui ho instaurato un rapporto particolare. Spesso mi ritrovavo a parlare nell’ immaginazione con lui durante tutta la scrittura del racconto, ed è grazie a questo mio modo di vedere ciò che creo, che riesco a descrivere bene ogni dettaglio dei miei personaggi. Per me sono vivi! Bran è un uomo che sa cosa vuole, ed è estremamente saggio, astuto e incredibilmente abile con la spada. Il mentore che tutti vorremmo avere

  • Tutti conosciamo il personaggio principale “MIL” ma la domanda è: anche a te viene di chiamarlo così, anche se, scopriremo chiamarsi Krisso?

Principalmente sì, ma solo durante la scrittura della parte finale della storia, alcune volte, anziché Krisso, appunto inserivo Mil, in modo del tutto automatico. Ma al di fuori di questo, in realtà, l’ho sempre chiamato Krisso… è stato il suo nome fin da sempre.

  • Durante la lettura mi ha colpito molto il personaggio di Alred, vorrei sapere se nei prossimi libri gli sarà dato più spazio oppure resterà un personaggio secondario?

Alred è una persona molto particolare. è saggio e molto riflessivo nelle sue decisioni, un po’ come Bran. Non casualmente sono grandi amici. Inizialmente lo concepìì come personaggio secondario, ma penso proprio che diverrà invece, uno dei personaggi fissi del libro. Quindi sì, lo vedremo ancora. Poi, ahimè, all’ interno della storia, tutto può succedere, e perfino io sono all’ oscuro, in parte, dei piani dell’Imperatore…  nessuno, e sottolineo nessuno, è esente dalla morte.

Raffaele Costabile-Castello Svevo (CS)
Scatto di Francesco GRANO

3. DOMANDE SULL’AUTORE

  • Perché hai deciso di esordire con un romanzo fantasy?

Ho deciso di esordire con un fantasy, perché è il genere a cui sono, non solo particolarmente affezionato, ma è anche quello che mi piace in assoluto più tra tutti. Il primo libro che lessi, fu Moby Dick di Herman Melville che presi in prestito da un amico. Quando finì di leggerlo, restai come un assetato perso nel deserto… volevo sapere di più, continuare a leggere e scoprire storie nuove che mi trasmettessero sensazioni particolari. Inizialmente mi sentivo come un cacciatore di tesori, inventavo storielle che scrivevo a penna su vecchi quaderni scolastici.

Poi arrivò il giorno che, mentre passeggiavo in libreria con un amico, mi imbattei casualmente in questo tomo dal titolo molto coinvolgente. Lo estrassi dal ripiano in cui si trovava e lessi il titolo. Il Silmarillion. Lì per lì, mi suonò strano, ma comunque mi incuriosiva molto. Lo aprì, e lessi le prime pagine. Più leggevo e più mi sentivo trasportato dentro quelle righe. Non potendo acquistarlo, quasi ogni pomeriggio mi recavo in libreria per poterlo leggere lì, in tranquillità. Ma un giorno qualcuno lo acquistò, potete immaginare come ci rimasi male. Ma la commessa fu molto gentile e mi consigliò altri libri sull’autore che erano già disponibili. Mi recai al reparto ed estrassi il primo che mi capitò sotto mano. Fu proprio questo che mi fece capire la passione per la lettura (anche se spesso la trascuravo) ma soprattutto mi fece scoprire la passione per i racconti e la scrittura fantasy. Il libro in questione si chiamava, Il Signore degli Anelli, la compagnia dell’anello.

  • Quando hai capito di essere portato per la scrittura?

Più che capire se fossi portato per la scrittura, dopo aver iniziato Il signore degli anelli, capì che era quello che volevo fare. Raccontare storie per poter far sognare i lettori, proprio come l’autore di quel racconto stava facendo con me in quel momento. Oggi capisco che mi piace scrivere perché è la cosa che mi riesce meglio. Mi piace scrivere perché racconto e racconto perché mi piace scrivere. Mi piacciono le sfide e una che ho iniziato con me stesso, è quella di migliorare sempre più con la scrittura e nel modo di raccontare, per tutti coloro che hanno creduto in me fino adesso e che stanno continuando a farlo. 

  • Hai abitudini particolari durante la scrittura?

In verità ho qualche abitudine durante la scrittura. A parte un piccolo segreto che non posso rivelare, (segreto professionale) ve ne cito tre.

La prima: mi piace allontanarmi dal foglio e dalla penna, o se sto trascrivendo al computer, allontanarmi dalla tastiera, e passeggiare un po’ per la stanza, confidandomi con i miei personaggi, come se fossero lì, anzi mi correggo, potrebbe risultare un atteggiamento di una persona fuori di testa, lo ammetto, ma i miei personaggi, quando scrivo, sono lì, vivi… e questo metodo mi aiuta tanto. Mi infonde concentrazione e fantasia. Un’altra abitudine è quella di bere bevande calde, mi piace molto farlo mentre scrivo, specialmente il tè. La terza abitudine è quella di parlare, a volte a voce alta, altre a voce bassa, farfugliando tra me e me i dialoghi; interpretando gli interlocutori, anche se sono tanti, come se stessi recitando al teatro. È un ottimo modo per facilitare la scrittura.

Inea Barrese- Castello Svevo (CS)
Scatto di Francesco Grano
  • Perché non compare mai il tuo volto sui social?

Questa è un’ottima domanda, grazie Irene! Non per un particolare motivo non pubblico foto della mia persona, semplicemente non ci bado. Ma prometto a tutti che pubblicherò delle mie foto molto presto. Tanto, in un modo o nell’altro, non penso di poter sfuggire ai vostri sguardi.

  • Che sensazione si prova quando si finisce di scrivere un libro? E quale quando lo stesso viene così apprezzato?

 La sensazione che si prova quando si finisce un libro per poi essere pubblicato, è inspiegabile. È particolarmente unica e bellissima allo stesso tempo. Si ha la sensazione di voler piangere, come di voler gridare al mondo intero. Tante emozioni forti incapsulate all’ interno del nostro io, che vorrebbero uscire provocando un’esplosione di felicità.

Mentre, quando il proprio libro viene tanto apprezzato, si finisce davvero di sentire le guance umide a causa delle forti emozioni provate, quando si leggono determinati commenti. È il susseguirsi dell’avventura che ha avuto inizio nel momento stesso in cui si ha tra le mani la copia inedita del proprio libro e si realizza, che tutto ciò può portare molto lontano, tra mille sfide e avventure.  Ovviamente, badiamo bene che, non tutto piace a tutti, e come dice Stephen King, “chi vuole intraprendere la carriera dello scrittore, deve solo fare tesoro dei complimenti e dei bei commenti, e non delle critiche”… io, mi sento di aggiungere che, facciamo tesoro dei complimenti e comunque impariamo dalle critiche per crescere e migliorarci sempre, perché di imparare non si finisce mai. Questa professione, “continua King”, non è per i deboli di cuore. E quindi, avanti tutta.

  • Quali sono le tue passioni oltre alla scrittura?

– Il modellismo/miniature storico su scala, sulla civiltà romano imperiale, medievale, ellenica e così via.

– La lettura “ovviamente”

– la storia in generale, ma in particolar modo, il medioevo, la storia ellenica e quella sulla civiltà Imperiale romana, dove mi piace tenermi continuamente informato.

–  La pizza.

  • Quando ci sarà la presentazione dal vivo?

Riguardo la presentazione dal vivo, non appena la situazione epidemiologica consentirà di muoversi nuovamente in totale libertà, senza il pericolo del virus, farò subito una presentazione. Ovviamente, comunque vadano le cose, ho in mente due/tre progetti per riuscire a portare la presentazione del romanzo il più presto possibile.

  • Visto il successo, in così poco tempo, del libro “le cronache di miwar”, se potessi mandare un messaggio di incoraggiamento ad altri autori emergenti che cosa gli diresti?

L’ unico consiglio è di non arrendersi mai. Quando si ha un sogno, non bisogna mai arrendersi, ma lottare sempre per ciò che si desidera. Perché non bisogna mai darsi per vinti. Provate sempre, e se fallite, allora vorrà dire che, bisognerà raccogliere ciò che di buono ci ha insegnato quel fallimento, farne tesoro per auto migliorarsi e ricominciare a inseguire il proprio sogno. Fino a che, quando meno ce lo aspettiamo, riusciamo ad acchiapparlo. Perché, finché il nostro cuore batte, nulla è impossibile e vale la pena lottare per ciò che è giusto e per ciò che il nostro cuore desidera.

Raffaele Costabile- scatto di Francesco Grano

Grazie a tutti per la possibilità datami. A risentirci presto.

FILIPPO TOSCANO

Grazie da tutti noi.

Buona Lettura

Rossini Editore

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